lunedì 30 marzo 2015

Padre Nostro


Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi,
domandate quello che volete e vi sarà fatto.
Giovanni 15:7



Quando pregate dite Padre

Racconta l’evangelista Luca che «un giorno,Gesù si trovava in un luogo a pregare e, quando ebbe finito, uno dei discepoli gli disse: Signore, insegnaci a Pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli.
Allora Gesù disse: Quando pregate, dite:
"Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; perdona a noi i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro  debitore, e non farci entrare nella tentazione”.
        Poi disse loro: Chi di voi se ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è arrivato da me un amico di passaggio e non ho nulla in casa da dargli, se quello dall'interno gli risponde: Non mi dare noia, la porta è già chiusa e i miei bambini sono già a letto con me, non posso alzarmi per darti ciò che chiedi; vi dico che se non si alzerà a darglieli perché gli è amico, si alzerà e gli darà quanto ha bisogno perché l'altro insiste.
      Perciò vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa viene aperto. Tra di voi, quale padre darà, a suo figlio che lo richiede, un serpente invece che un pesce? Oppure se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Dunque, se voi, cattivi come siete, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono»
(Lc 11,1-13).

Se perdonate

       Secondo Matteo, dopo aver detto che chi voleva pregare, doveva entrare nella sua camera e, chiusa la porta, pregare il Padre nel segreto, Gesù aggiunse: «Pregando, poi, non sprecate le parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate, dunque, come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi, dunque, pregate così: 
“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”.
     Se voi infatti – conclude Gesù - perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»
(Mt 6,7-15).


giovedì 26 marzo 2015

Il Fariseo e il Pubblicano



Chiunque si esalta sarà umiliato..


Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”

domenica 8 marzo 2015

I Discepoli di Emmaus


Pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti.
La preghiera del giusto, ha una grande efficacia.
Giacomo 5:16 


<13> Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, <14> e conversavano di tutto quello che era accaduto. <15> Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. <16> Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. <17> Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?". Si fermarono, col volto triste; <18> uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?". <19> Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; <20> come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. <21> Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. <22> Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro <23> e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. <24> Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto".
<25> Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
<26> Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". <27> E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. <28> Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. <29> Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro. <30> Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. <31> Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. <32> Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". <33> E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, <34> i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". <35> Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Vangelo secondo Luca, c.24, vv. 13-35.